Il periodo di instabilità politica

DiMagnus

Il periodo di instabilità politica

La discesa in Italia del re di Francia, Carlo VIII, vede l’arrivo di 25.000 soldati che percorrono la penisola sino a giungere a Napoli. L’effetto di questa azione militare di conquista e repressione è deleterio non solo nell’immediato presente, ma anche nei secoli a venire: destabilizzando la già precaria realtà geopolitica della penisola, l’Italia si ritroverà ancora una volta in balia di dominazioni ora spagnole, ora di nuovo francesi, e sempre al centro di intrighi di potere che impediranno qualsiasi pensiero di unificazione. A ciò contribuirà anche la ferma opposizione dello Stato Pontificio, da sempre restio ad un’Italia unita che avrebbe potuto mettere a repentaglio le sue ricchezze e dominazioni.

La campagna napoleonica

A dare una spinta decisiva, involontaria o meno, verso la creazione di uno Stato unitario in Italia è Napoleone Bonaparte, ironia della sorte un quasi italiano, nato ad Ajaccio poco dopo che la Corsica era passata ai francesi dal Regno di Sardegna.

A partire dal 1796 Napoleone, la cui ascesa sembra ormai inarrestabile, avvia delle campagne militari nella penisola per respingere gli austriaci che minacciano la Francia e le terre con essa confinanti come il Piemonte. I successi del condottiero cambieranno non solo la sua vita – sino a farlo diventare Imperatore dei Francesi il 2 dicembre 1804 – ma anche quella italiana.

Le campagne napoleoniche avranno infatti l’effetto di modificare la situazione territoriale dell’Italia settentrionale, dando vita a una sorta di prima aggregazione che sarà poi impegnata a combattere contro gli austriaci per affermare la propria identità nazionale in modo rivoluzionario e per riconquistare i propri territori, avviando quel percorso di unificazione che si svilupperà qualche decennio dopo.

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